La molatura è una tecnica, in uso da molti anni, che permette di «scavare» il vetro e che si effettua in diverse fasi: si utilizza una ruota di carburo di silicio a grana grossa; poi una dello stesso materiale di grana più fine; una ruota di arenaria naturale che toglie i segni grezzi; ancora una quarta ruota in sughero impregnata di un impasto di polvere di pietra pomice ed acqua, utile per lucidare il vetro.
Infine, pulitura con una ruota di panno imbevuta di ossido di cerio e acqua e abbondante risciacquo in acqua corrente.
Il vetro «battuto» è caratterizzato da una superficie molata non in modo uniforme, ma in modo da avere innumerevoli piccoli segni rotondi leggermente irregolari (tacche), tra di loro adiacenti e talvolta paralleli. Nell’eseguire questa tecnica, il maestro incisore, con una ruota di ruvidezza appropriata, intacca la superficie con incisioni fitte e regolari, arrotondate oppure oblunghe, in modo tale da togliere la brillantezza al vetro lucido per creare zone opache con un gradevole effetto tattile. Questa tecnica, tipicamente muranese, risale agli anni trenta del XX secolo.
L’incisione del vetro, si esegue con una ruotina di pietra abrasiva (può essere di vari diametri e grana diversa, in base al tipo di segno inciso che si vuole fare); può essere anche in metallo (bronzo) con la superficie diamantata. L’incisione attuale del vetro, trova la sua origine nell’incisione delle pietre dure che veniva eseguita, con splendidi risultati, in Germania e Boemia nel sec. XVII. Alla fine di quel periodo venne introdotta anche a Venezia, con l’arrivo di incisori tedeschi, nelle lavorazioni a freddo (o seconde lavorazioni) del vetro di Murano.
È una tecnica molto antica, in cui rientra anche il vetro mosaico. Attualmente si esegue utilizzando sezioni di vetro di diverso colore, che vengono accostate, a freddo, su una piastra di fibra ceramica, e fuse in un forno elettrico in modo da ottenere uno strato di tessuto vitreo multicolore detto vetro mosaico o vetro murrino. Sulla lastra vengono disposti lacerti o granuli di vetro di diverso colore che si fondono con il supporto vitreo di base. L’operazione può essere ripetuta più volte sovrapponendo i colori o strati, creando talvolta un decoro tridimensionale.